MIAMI – Quando si parla di debito sovrano, il termine "default" è spesso frainteso. Quasi mai esso implica il rifiuto totale e permanente di tutto il debito; infatti, perfino alcuni titoli russi dell'epoca zarista erano stati alla fine (anche se solo in parte) rimborsati dopo la rivoluzione del 1917. Piuttosto, il mancato pagamento - un "default", secondo le agenzie di rating, quando coinvolge creditori privati - spinge in genere a una discussione sulla ristrutturazione del debito, che può comportare una proroga della scadenza, tagli nel pagamento della cedola o riduzione del valore nominale (i cosiddetti "haircut").
Se la storia è maestra di vita, tali discussioni potrebbero verificarsi anche nel 2016.
Come tanti altri aspetti dell'economia globale, l'accumulo del debito e il default tendono a verificarsi a cicli. Dal 1800, l'economia globale ha visto alternarsi parecchi di questi cicli, con la quota dei paesi indipendenti in fase di ristrutturazione nel corso di un anno che oscilla tra lo zero e il 50% (vedi grafico). Considerando che uno o due decenni di pausa di default non sono infrequenti, ogni periodo di tranquillità è stato regolarmente seguito da una nuova ondata di default.
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Since 1960, only a few countries in Latin America have narrowed the gap between their per capita income and that of the United States, while most of the region has lagged far behind. Making up for lost ground will require a coordinated effort, involving both technocratic tinkering and bold political leadership.
explain what it will take finally to achieve economic convergence with advanced economies.
Between now and the end of this decade, climate-related investments need to increase by orders of magnitude to keep the world on track toward achieving even more ambitious targets by mid-century. Fortunately, if done right, such investments could usher in an entirely new and better economy.
explains what it will take to mobilize capital for the net-zero transition worldwide.
MIAMI – Quando si parla di debito sovrano, il termine "default" è spesso frainteso. Quasi mai esso implica il rifiuto totale e permanente di tutto il debito; infatti, perfino alcuni titoli russi dell'epoca zarista erano stati alla fine (anche se solo in parte) rimborsati dopo la rivoluzione del 1917. Piuttosto, il mancato pagamento - un "default", secondo le agenzie di rating, quando coinvolge creditori privati - spinge in genere a una discussione sulla ristrutturazione del debito, che può comportare una proroga della scadenza, tagli nel pagamento della cedola o riduzione del valore nominale (i cosiddetti "haircut").
Se la storia è maestra di vita, tali discussioni potrebbero verificarsi anche nel 2016.
Come tanti altri aspetti dell'economia globale, l'accumulo del debito e il default tendono a verificarsi a cicli. Dal 1800, l'economia globale ha visto alternarsi parecchi di questi cicli, con la quota dei paesi indipendenti in fase di ristrutturazione nel corso di un anno che oscilla tra lo zero e il 50% (vedi grafico). Considerando che uno o due decenni di pausa di default non sono infrequenti, ogni periodo di tranquillità è stato regolarmente seguito da una nuova ondata di default.
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