pregnant woman Jonas Gratzer/LightRocket/Getty Images

Salvare le madri dell’Asia

BANGKOK – Con il gran parlare che si fa dell’incombente “secolo asiatico”, verrebbe da pensare che la regione abbia superato quelle che spesso sono considerate come le sfide sanitarie dei paesi poveri, ad esempio un elevato tasso di mortalità materna. La realtà, però, è ben diversa.

Nel 2015, circa 85.000 donne hanno perso la vita a causa di complicazioni legate alla gravidanza e al parto nella regione Asia-Pacifico, ovvero il 28% del totale complessivo. Fino al 90% di queste morti, concentrate in appena 12 paesi, si sarebbe potuto evitare grazie a cure prenatali, ostetriche e perinatali di qualità.

In mancanza di tali cure, il tasso medio di mortalità materna (MMR) nella regione Asia-Pacifico è estremamente elevato: 127 ogni 100.000 nati vivi, rispetto alla media dei paesi sviluppati che è di 12 su 100.000. I 12 paesi con il MMR più elevato, che supera i 100 decessi per ogni 10.000 nati vivi, sono l’Afghanistan, il Bangladesh, la Cambogia, l’India, l’Indonesia, il Laos, il Myanmar, il Nepal, il Pakistan, Papua Nuova Guinea, le Filippine e Timor-Est.

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