Italy's President Sergio Mattarella addresses journalists VINCENZO PINTO/AFP/Getty Images

La Presa di Posizione di Mattarella

PARIGI – In Italia è scoppiata una profonda crisi politica dal rifiuto del presidente Sergio Mattarella di nominare Paolo Savona, euroscettico dichiarato, ministro dell’economia e delle finanze del governo di coalizione proposto dai leader del Movimento Cinque Stelle (M5S) e della Lega, i due partiti anti-sistema risultati vincitori alle elezioni nazionali di marzo. Savona aveva apertamente sostenuto la preparazione di un “piano B” per l’uscita dalla moneta unica, e Mattarella ha affermato che la sua nomina avrebbe potuto portare proprio a quell’esito.

La decisione di Mattarella ha immediatamente provocato reazioni furenti. Il leader del M5S, Luigi Di Maio, ha richiesto l’impeachment del presidente, ma successivamente ha ritirato la richiesta. Matteo Salvini, della Lega, ha chiesto nuove elezioni, che stando alle sue parole sarebbero state un referendum sulla libertà o la schiavitù dell’Italia. E in Francia, Marine Le Pen, leader di estrema destra, che ha basato la sua campagna elettorale alle presidenziali francesi dello scorso anno sulla promessa di abbandonare l’euro, ha denunciato quello da lei definito un “coup d’état”.

Non è la prima volta che la permanenza nell’euro è diventata una questione politica di primaria importanza. In Grecia nel 2015, è stata, almeno implicitamente, parte del dibattito sull’accettazione delle condizioni per l’assistenza finanziaria. In Francia nel 2017, Le Pen e Emmanuel Macron ne hanno esplicitamente discusso durante la campagna presidenziale. Ma questa è la prima volta che l’euro è stato il motivo diretto di uno scontro giuridico sulla nomina di un governo.

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