CAMBRIDGE/DELHI – Il mondo sta affrontando il peggior quinquennio degli ultimi trent’anni. L’aumento dei tassi d’interesse ha lasciato i Paesi in via di sviluppo schiacciati dal debito, e metà delle economie più povere non si è ripresa ai livelli raggiunti prima della pandemia. La crescita è debole in ampie zone del mondo e l’inflazione rimane persistentemente alta. E dietro a tutto questo, il termometro continua a salire. L’anno scorso è stato il più caldo mai registrato, come quasi tutti i mesi.
Negli ultimi anni, i leader mondiali hanno fatto grandi promesse e hanno delineato piani audaci per mitigare la crisi climatica e aiutare i Paesi poveri ad adattarsi. Hanno promesso che la Banca Mondiale si sarebbe trasformata per lavorare sul cambiamento climatico, e che il sistema multilaterale avrebbe ottenuto nuovi fondi e avrebbe concesso prestiti più aggressivi con le risorse disponibili, anche per soddisfare le esigenze di concessione. Un accordo tra i creditori dovrebbe fornire una riduzione del debito ai Paesi che ne hanno più bisogno. E laddove il denaro pubblico fosse insufficiente, il sistema multilaterale sarebbe in grado di catalizzare gli investimenti privati nei Paesi in via di sviluppo.
Nonostante l’audace retorica, il 2023 è stato un disastro in termini di sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Come dimostra il grafico sottostante, il settore privato ha incassato 68 miliardi di dollari in più in interessi e rimborsi di capitale rispetto ai prestiti concessi ai Paesi in via di sviluppo. Incredibilmente, le istituzioni finanziarie internazionali e le agenzie di assistenza hanno prelevato altri 40 miliardi di dollari, e l’assistenza concessionale netta da parte delle istituzioni finanziarie internazionali è stata di soli 2 miliardi di dollari, anche mentre si diffondeva la carestia. La frase “da miliardi a trilioni”, con cui la Banca Mondiale intendeva mobilitare il denaro del settore privato per lo sviluppo, è diventata “milioni in entrata, miliardi in uscita”.
CAMBRIDGE/DELHI – Il mondo sta affrontando il peggior quinquennio degli ultimi trent’anni. L’aumento dei tassi d’interesse ha lasciato i Paesi in via di sviluppo schiacciati dal debito, e metà delle economie più povere non si è ripresa ai livelli raggiunti prima della pandemia. La crescita è debole in ampie zone del mondo e l’inflazione rimane persistentemente alta. E dietro a tutto questo, il termometro continua a salire. L’anno scorso è stato il più caldo mai registrato, come quasi tutti i mesi.
Negli ultimi anni, i leader mondiali hanno fatto grandi promesse e hanno delineato piani audaci per mitigare la crisi climatica e aiutare i Paesi poveri ad adattarsi. Hanno promesso che la Banca Mondiale si sarebbe trasformata per lavorare sul cambiamento climatico, e che il sistema multilaterale avrebbe ottenuto nuovi fondi e avrebbe concesso prestiti più aggressivi con le risorse disponibili, anche per soddisfare le esigenze di concessione. Un accordo tra i creditori dovrebbe fornire una riduzione del debito ai Paesi che ne hanno più bisogno. E laddove il denaro pubblico fosse insufficiente, il sistema multilaterale sarebbe in grado di catalizzare gli investimenti privati nei Paesi in via di sviluppo.
Nonostante l’audace retorica, il 2023 è stato un disastro in termini di sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Come dimostra il grafico sottostante, il settore privato ha incassato 68 miliardi di dollari in più in interessi e rimborsi di capitale rispetto ai prestiti concessi ai Paesi in via di sviluppo. Incredibilmente, le istituzioni finanziarie internazionali e le agenzie di assistenza hanno prelevato altri 40 miliardi di dollari, e l’assistenza concessionale netta da parte delle istituzioni finanziarie internazionali è stata di soli 2 miliardi di dollari, anche mentre si diffondeva la carestia. La frase “da miliardi a trilioni”, con cui la Banca Mondiale intendeva mobilitare il denaro del settore privato per lo sviluppo, è diventata “milioni in entrata, miliardi in uscita”.