Wall Street Bull The Fearless Girl Drew Angerer/Getty Images

Oltre la stagnazione secolare

NEW YORK – Come fa giustamente notare Larry Summers, l’espressione “stagnazione secolare” divenne popolare quando la seconda guerra mondiale stava volgendo al termine. Alvin Hansen (insieme a molti altri economisti) temeva che, senza lo stimolo fornito dalla guerra, l’economia sarebbe entrata nuovamente in recessione o in depressione. Era come se vi fosse un male di fondo.

Ciò, tuttavia, non accadde. Come si erano potuti sbagliare così clamorosamente Hansen e gli altri? Il fatto è che, come per alcuni moderni sostenitori della stagnazione secolare, l’analisi micro e macroeconomica di base e, ancor più importante, quella delle cause della Grande Depressione stessa, contenevano gravi lacune. 

Come ho sostenuto insieme a Bruce Greenwald (e altri coautori), un’elevata crescita della produttività agricola (associata a un’elevata produzione globale) pilotò al ribasso i prezzi dei cereali – in alcuni casi fino al 75% – soltanto nei primi tre anni della Depressione. Le entrate del principale settore economico del paese crollarono di circa la metà. La crisi del settore agricolo provocò un calo della domanda di prodotti urbani e, di conseguenza, una crisi economica.    

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