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La rottura transatlantica sulla regolamentazione

LONDRA – Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato in modo esplicito sin dall’inizio della sua amministrazione le sue intenzioni rispetto al regolamento finanziario. Ha emanato un ordine esecutivo in base al quale per ogni nuovo regolamento imposto almeno due sarebbero stati abrogati. In Europa non si è mai visto un simile zelo nei confronti della deregolamentazione.

La legge per la crescita economica, la semplificazione degli obblighi e la protezione dei consumatori firmata da Trump a maggio 2018, ha in pratica maggiormente enfatizzato la seconda parte della legge rispetto alla terza. Secondo una serie di principi normativi emanati dall’amministrazione, le autorità di regolamentazione devono infatti tenere in considerazione la competitività delle aziende statunitensi e sostenere gli interessi americani nei forum finanziari internazionali. Al Tesoro sono poi state date istruzioni di produrre quattro rapporti sulle banche, sul mercato dei capitali, sui servizi di asset management e assicurazione, e sul settore non bancario e della tecnofinanza per dimostrare che è possibile delineare dei principi attraverso una serie di iniziative di deregolamentazione. Tutti e quattro i rapporti sono ora stati pubblicati.

Per un certo periodo, queste iniziative sono sembrate più che altro retorica e hanno comportato pochi cambiamenti importanti al regime delle grandi banche. Inizialmente la focalizzazione era infatti posta essenzialmente sull’alleggerimento dei piccoli creditori da alcune delle responsbalità relative alla relazione dei rapporti e alla regolamentazione del capitale, ovvero delle norme che non erano in effetti pensate in modo adeguato per loro.

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