okonjoiweala14_FABRICE COFFRINIAFP via Getty Images_worldtradeorganization Fabrice Coffrini/AFP via Getty Images

Rianimare l’OMC

WASHINGTON, DC – Al giorno d’oggi, l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) tende a fare notizia per i motivi sbagliati. Molti la considerano un inutile gendarme a guardia di regolamenti obsoleti, inadatto per affrontare le sfide dell’economia globale nel ventunesimo secolo. Inoltre, gli stessi membri dell’organizzazione sono generalmente concordi sulla necessità urgente di riformarla al fine di preservarne la rilevanza.   

Negli ultimi mesi nuove sfide sono comparse all’orizzonte. L’organo d’appello dell’OMC, che delibera sulle dispute commerciali tra i paesi membri, ha di fatto smesso di funzionare nel dicembre scorso a causa di contrasti legati alla nomina di nuovi giudici nel panel. E nel maggio 2020, il direttore generale Roberto Azevêdo ha annunciato l’intenzione di dimettersi alla fine di agosto, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del suo mandato.    

Chiunque gli succederà, si troverà ad affrontare una prova difficile. Sin dalla sua creazione nel 1995, l’OMC non è riuscita a concludere un solo ciclo di negoziati commerciali a livello mondiale, perdendo così l’opportunità di raggiungere risultati concreti nel reciproco interesse dei suoi membri. Il ciclo di negoziati denominato Doha Round, iniziato nel novembre 2001, avrebbe dovuto concludersi entro il mese di gennaio 2005.  

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