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Donne ed economia mondiale

WASHINGTON, DC – In molti paesi, il dibattito pubblico sulla parità di genere riguarda principalmente l'accesso delle donne a posizioni apicali e le loro opportunità di carriera ad alti livelli. Il cosiddetto "soffitto di vetro", però, è solo un aspetto della questione, perché la prima domanda da porsi è se le donne abbiano le stesse opportunità di accesso al mercato del lavoro degli uomini. In altre parole, la popolazione femminile è messa nelle condizioni di contribuire in maniera attiva alla crescita economica e alla prosperità globale?

Purtroppo, un recente studio del Fondo monetario internazionale, intitolato “Donne, lavoro ed economia", mostra che, nonostante qualche passo in avanti sia stato fatto, il percorso verso le pari opportunità di genere attraversa una fase di stallo ed è lungi dall'essere completo. Questa è una cattiva notizia per tutti, perché ciò si traduce in una minore crescita economica, che in alcuni Paesi corrisponde al 27% del Pil pro capite.

In tutto il mondo, la percentuale femminile della forza lavoro continua a essere inferiore a quella maschile, tanto che solo la metà circa delle donne in età lavorativa ha un impiego. Le donne svolgono la maggior parte dei lavori non remunerati e, quand'anche remunerate, sono sovrarappresentate nel settore informale e tra i poveri. A parità di lavoro, la loro retribuzione resta inferiore a quella degli uomini anche nei paesi OCSE, dove il divario salariale di genere si aggira intorno al 16%. In molti paesi, poi, distorsioni e discriminazioni presenti nel mercato del lavoro limitano le possibilità, per le donne, di una parità retributiva e di aspirare a posizioni importanti.

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