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L'economia globale in transizione

NEW YORK – Il recente dibattito sull’economia e sui mercati globali è stato caratterizzato da una serie di domande ricorrenti. Sebbene molti elementi siano difficili da fissare in un’immagine chiara e univoca per via della loro mobilità, è opportuno cercare di mettere meglio a fuoco alcune delle questioni più importanti. 

La prima domanda è semplice: una recessione è all’orizzonte? Data la revisione al ribasso di autorevoli stime di crescita, come quelle del Fondo monetario internazionale, e la probabilità di un loro ulteriore ridimensionamento, c’è senz’altro ragione di preoccuparsi. Tuttavia, una recessione mondiale – intesa come due trimestri consecutivi di crescita negativa del Pil – resta un evento improbabile, anche se uno shock importante, come un’espansione del conflitto o un’improvvisa e drastica discontinuità su un mercato chiave come quello dell’energia, potrebbe cambiare tale prospettiva. 

In ogni caso, è certo che alcune economie subiranno una contrazione. Il Pil della Russia registrerà un forte calo malgrado l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas, in conseguenza delle severe sanzioni occidentali destinate a protrarsi nel tempo. Anche l’Europa rischia di vivere una recessione per via dell’aumento dei prezzi dell’energia, una forte dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili e l’imperativo (costoso) di affrancarsi rapidamente dalle forniture russe. Infine, molti paesi a basso reddito – per i quali il rialzo dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia sta aggravando gli effetti della pandemia – dovranno affrontare tempi difficili.  

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