Emmanuel Macron Chesnot/Getty Images

Rendimenti Decrescenti della Trasparenza

PARIGI – Il tema della trasparenza è stato centrale nelle elezioni presidenziali del 2017. Anche prima che François Fillon del partito conservatore Les Républicains venisse denunciato per aver pagato sua moglie con fondi pubblici per attività non effettuate, il vincitore finale, Emmanuel Macron, aveva reso la trasparenza una questione nodale della sua campagna.

È dunque un’ironia che quattro dei 15 membri del governo Macron inizialmente selezionati – tra cui uno dei consiglieri più stretti del presidente – siano stati costretti a dimettersi dopo le segnalazioni di presunte violazioni o abusi di fondi pubblici, anche prima di qualsiasi sentenza giudiziaria. È stato costretto a dimettersi anche un membro appena nominato del Consiglio Costituzionale di Francia, dopo le notizie secondo le quali egli avrebbe impiegato sua figlia in un lavoro fittizio durante il suo mandato al Senato.

I media francesi hanno continuato ad indagare su altri potenziali scandali. Ma, per il momento, la recente serie di incidenti sembra finita. In accordo con le promesse della sua campagna, Macron ha convertito in legge nuovi regolamenti di etica pubblica. Secondo la “Legge per Ristabilire la Fiducia nell’Azione Pubblica”, i funzionari pubblici si trovano ad affrontare una serie di nuove restrizioni. Non possono più impiegare familiari nel proprio staff. Sono stati privati delle indennità forfetarie per compensi professionali. Inoltre è stato loro precluso l’utilizzo di un “fondo di riserva parlamentare” per il finanziamento di iniziative locali.

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