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The Arab world has witnessed at least one big Brexit-like event every decade since 1948 – and these political, economic, and social ruptures never seem to heal. The impact of these self-inflicted disasters is now painfully evident, and ongoing street protests in several countries suggest that a moment of reckoning may have arrived.
The old central-bank playbook of slashing interest rates to spur consumption, investment, and employment has become less effective since the 2008 financial crisis. Yet without effective tools and the public's confidence, central banks will be unable to rise to the occasion when the next recession arrives.
French President Emmanuel Macron has drawn criticism for describing NATO as brain dead and pursuing a rapprochement with Russian President Vladimir Putin. But now that a wayward America could abandon the continent at any moment, Macron's argument for European defense autonomy is difficult to refute.
PARIGI – Il Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea, che stabilisce le regole di bilancio per gli stati membri, sembra “I vestiti nuovi dell’imperatore”. Quasi tutti vedono che non ne ha, eppure pochi lo ammettono apertamente. Questo silenzio ipocrita si traduce in cattiva economia e cattiva politica.
Per cominciare, le regole del Patto sono così disperatamente complesse che quasi nessun ministro del governo, per non parlare dei membri del parlamento, riesce a decifrarle. Oggi ci sono varie proposte di riforma che mirano a semplificare le cose, anche da parte di un gruppo di economisti francesi e tedeschi ai quali appartengo.
La maggior parte di queste proposte porrebbe minore enfasi sulla stima dei disavanzi di bilancio, corretti ciclicamente, degli Stati membri – un calcolo notoriamente difficile – e si concentrerebbe invece sul monitoraggio della crescita della spesa pubblica. Concretamente, ciascun governo si impegnerebbe a sostenere spese coerenti con le prospettive di crescita economica del paese e le entrate fiscali previste, e in linea con un obiettivo di indebitamento a medio termine. Ci sarebbe una supervisione meno capillare da parte delle istituzioni dell’UE, più spazio per decisioni a livello nazionale, e maggiore responsabilità per i singoli governi.
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