LONDRA – Qualche giorno fa, il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha usato Twitter (il suo mezzo preferito) per dichiarare che non ha bisogno del permesso della Cina per contattare Taiwan visto che la Cina non ha chiesto il permesso di svalutare la sua moneta. In quel momento la mia speranza che lo scompiglio dell’elezione di Trump sarebbe stata economicamente vantaggiosa per gli Stati Uniti è diminuita.
Credo che le economie avanzate abbiano bisogno di una scossa per superare il malessere post 2008 e l’eccessivo affidamento a delle politiche monetarie accomodanti. Vista la propensione di Trump a scuotere le cose, sembrava un buon candidato per portare avanti quest’obiettivo. Ma per aiutare effettivamente gli Stati Uniti, lo stravolgimento di Trump dovrebbe focalizzarsi sugli aspetti essenziali dell’economia e non sulle derive semplicistiche (e spesso false) del populismo.
A giudicare dalle accuse contro la Cina, sembra che Trump stia semplicemente agitando le acque e facendo innervosire i suoi sostenitori, senza avanzare alcun tipo di agenda costruttiva. Dopotutto, qualsiasi osservatore ragionevole della Cina, compresi gli stessi consiglieri di Trump con i quali ho lavorato in passato, sa che è da un po’ che il paese non svaluta la sua moneta.
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Rather than reducing concentrated market power through “disruption” or “creative destruction,” technological innovation historically has only added to the problem, by awarding monopolies to just one or a few dominant firms. And market forces offer no remedy to the problem; only public policy can provide that.
shows that technological change leads not to disruption, but to deeper, more enduring forms of market power.
The passing of America’s preeminent foreign-policy thinker and practitioner marks the end of an era. Throughout his long and extraordinarily influential career, Henry Kissinger built a legacy that Americans would be wise to heed in this new era of great-power politics and global disarray.
reviews the life and career of America’s preeminent foreign-policy scholar-practitioner.
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LONDRA – Qualche giorno fa, il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha usato Twitter (il suo mezzo preferito) per dichiarare che non ha bisogno del permesso della Cina per contattare Taiwan visto che la Cina non ha chiesto il permesso di svalutare la sua moneta. In quel momento la mia speranza che lo scompiglio dell’elezione di Trump sarebbe stata economicamente vantaggiosa per gli Stati Uniti è diminuita.
Credo che le economie avanzate abbiano bisogno di una scossa per superare il malessere post 2008 e l’eccessivo affidamento a delle politiche monetarie accomodanti. Vista la propensione di Trump a scuotere le cose, sembrava un buon candidato per portare avanti quest’obiettivo. Ma per aiutare effettivamente gli Stati Uniti, lo stravolgimento di Trump dovrebbe focalizzarsi sugli aspetti essenziali dell’economia e non sulle derive semplicistiche (e spesso false) del populismo.
A giudicare dalle accuse contro la Cina, sembra che Trump stia semplicemente agitando le acque e facendo innervosire i suoi sostenitori, senza avanzare alcun tipo di agenda costruttiva. Dopotutto, qualsiasi osservatore ragionevole della Cina, compresi gli stessi consiglieri di Trump con i quali ho lavorato in passato, sa che è da un po’ che il paese non svaluta la sua moneta.
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