MILANO – Le interruzioni delle catene di approvvigionamento stanno ostacolando gravemente la ripresa economica globale. È una situazione per molti versi strana. I tipi di prodotti e servizi interessati da ritardi e carenze – compresa un’ampia gamma di beni intermedi, dalle materie prime ai semiconduttori, ed i prodotti finali che dipendono da essi – assomigliano a ciò che si vedrebbe in un’economia di guerra. Inoltre, le interruzioni ci hanno colto perlopiù di sorpresa.
In effetti, nel primo trimestre di quest’anno, si prevedeva a grande maggioranza che la crescita avrebbe accelerato, e non è che gli esperti lanciassero esattamente l’allarme rispetto al fatto che l’offerta non sarebbe riuscita a tenere il passo. Sì, influenti economisti hanno avvertito che la combinazione di politiche monetarie altamente accomodanti, elevati saldi di risparmio delle famiglie, domanda repressa, e massiccia spesa fiscale aumentavano significativamente il rischio di inflazione. E, sì, quelle previsioni – che appaiono sempre più preveggenti – implicavano che un’impennata della domanda aggregata, alimentata da una crisi di liquidità e prezzi delle attività spumeggianti, potesse superare l’offerta. Ma la probabile durata dello squilibrio rimaneva sconosciuta e molti hanno sostenuto che l’inflazione – e, per estensione, le interruzioni dell’offerta – sarebbe stata “transitoria”.
Molti osservatori rimangono convinti che sia così. Ma i partecipanti alle catene di approvvigionamento globali prevedono sempre più che le carenze, gli arretrati e gli squilibri tra domanda e offerta persisteranno anche nel 2022, e forse più a lungo.
To continue reading, register now.
Subscribe now for unlimited access to everything PS has to offer.
Subscribe
As a registered user, you can enjoy more PS content every month – for free.
Register
Already have an account?
Log in
MILANO – Le interruzioni delle catene di approvvigionamento stanno ostacolando gravemente la ripresa economica globale. È una situazione per molti versi strana. I tipi di prodotti e servizi interessati da ritardi e carenze – compresa un’ampia gamma di beni intermedi, dalle materie prime ai semiconduttori, ed i prodotti finali che dipendono da essi – assomigliano a ciò che si vedrebbe in un’economia di guerra. Inoltre, le interruzioni ci hanno colto perlopiù di sorpresa.
In effetti, nel primo trimestre di quest’anno, si prevedeva a grande maggioranza che la crescita avrebbe accelerato, e non è che gli esperti lanciassero esattamente l’allarme rispetto al fatto che l’offerta non sarebbe riuscita a tenere il passo. Sì, influenti economisti hanno avvertito che la combinazione di politiche monetarie altamente accomodanti, elevati saldi di risparmio delle famiglie, domanda repressa, e massiccia spesa fiscale aumentavano significativamente il rischio di inflazione. E, sì, quelle previsioni – che appaiono sempre più preveggenti – implicavano che un’impennata della domanda aggregata, alimentata da una crisi di liquidità e prezzi delle attività spumeggianti, potesse superare l’offerta. Ma la probabile durata dello squilibrio rimaneva sconosciuta e molti hanno sostenuto che l’inflazione – e, per estensione, le interruzioni dell’offerta – sarebbe stata “transitoria”.
Molti osservatori rimangono convinti che sia così. Ma i partecipanti alle catene di approvvigionamento globali prevedono sempre più che le carenze, gli arretrati e gli squilibri tra domanda e offerta persisteranno anche nel 2022, e forse più a lungo.
To continue reading, register now.
Subscribe now for unlimited access to everything PS has to offer.
Subscribe
As a registered user, you can enjoy more PS content every month – for free.
Register
Already have an account? Log in