trump xi jinping truce Xinhua/Li Xueren via Getty Images

La Falsa Tregua USA-Cina

PECHINO – Il 1° dicembre a Buenos Aires, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ed il suo omologo cinese, Xi Jinping, hanno concordato una moratoria di 90 giorni sugli aumenti delle tariffe di importazione per aprire una fase utilizzabile per negoziati. Sfortunatamente, questo approccio alla mediazione non sempre ha successo, e gli investitori non sono rimasti colpiti – come è stato evidente dalla caduta di 800 punti del Dow Jones Industrial Average del 4 dicembre. E se i mercati sono stati scettici allora, lo saranno ancora di più adesso, con l’arresto di Meng Wanzhou, Chief Financial Officer di Huawei, per la violazione delle sanzioni americane contro l’Iran.

La strategia dei due presidenti per attenuare le tensioni commerciali ha ampi precedenti, ma tali episodi forniscono scarsi motivi di speranza. Nel febbraio del 1930, la Società delle Nazioni convocò una conferenza internazionale a Ginevra per affrontare il problema del protezionismo proliferante che “ostacolava lo sviluppo della produzione su vasta scala ed impediva la ripresa europea” ed era più in generale impiegato come “arma di guerra economica”. Trenta paesi inviarono delegazioni. Gli Stati Uniti, sebbene non fossero membri della Lega, mandarono Edward C. Wilson, primo segretario dell’Ambasciata americana a Parigi.

Prima di avviare i negoziati, il Comitato Economico della Lega elaborò una convenzione per una tregua di due anni. Ma i delegati non accettarono né tale bozza di convenzione né una versione ridotta presentata successivamente dai Francesi. I nuovi stati con ambiziosi piani di industrializzazione non erano disposti ad abbandonarli (qualcosa di simile al “Made in China 2025”). I paesi con disavanzi cronici erano riluttanti a firmare l’accordo in assenza di un impegno da parte degli altri ad acquisire quote maggiori delle loro esportazioni (un’obiezione che troverà il favore di Trump).

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