3347700346f86fe80ebbfc05_pa77c.jpg Paul Lachine

Lezioni di Economia per pappagalli

BERKELEY – Si dice che l’economista britannico John Ramsay MCCulloch, vissuto nella prima metà dell’Ottocento, sia l'ideatore della vecchia boutade secondo la quale l’unica lezione di cui un pappagallo ha bisogno per essere un discreto economista è composta da una frase: “domanda e offerta, domanda e offerta”. La settimana scorsa Ben Bernanke, il Presidente del Comitato dei Governatori della Federal Reserve americana, ha sostenuto che i principi economici sostenuti da McCulloch – padre dell’economia basata sulla domanda e sull’offerta – non sono stati in alcun modo screditati dalla crisi finanziaria, e sono ancora straordinariamente utili.

È difficile non essere d’accordo con la posizione di Bernanke: la scienza economica potrebbe essere utile se gli economisti fossero davvero come i pappagalli di McCulloch – cioè, se tenessero effettivamente in considerazione le leggi della domanda e dell’offerta. Ma temo che gran parte della scienza economica sia stata screditata dalla palese incapacità di molti economisti di essere all’altezza dei pappagalli di McCulloch.

Si pensi alla tesi – oggi diffusa negli Stati Uniti – che ulteriori tentativi da parte del Governo di ridurre la disoccupazione sono destinati a fallire, perché l’attuale elevato livello di disoccupazione è “strutturale”: una cattiva pianificazione economica ha lasciato il Paese con risorse produttive inadeguate a soddisfare la domanda di famiglie e imprese. Il problema, sostengono i propugnatori di questa tesi, è una carenza di capacità produttiva piuttosto che una carenza di domanda aggregata.

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