pa3150c.jpg Paul Lachine

I partiti di centro non possono reggere

WASHINGTON – Nella maggior parte delle democrazie avanzate, lo scenario politico è generalmente quello di una competizione tra un grande partito di centro destra ed un grande partito di centro sinistra. Ovviamente, il grado in cui il sistema elettorale in vigore favorisce i grandi partiti (tramite un’ampia soglia di sbarramento per entrare in Parlamento, o un sistema in base al quale il vincitore guadagna tutte le circoscrizioni) influisce sul livello di frammentazione politica. Tuttavia, in generale, le democrazie sviluppate sono caratterizzate da una competizione tra grandi partiti di centro destra e centro sinistra. Qual è quindi il ruolo dei veri centristi come Mario Monti, lo stimato Primo Ministro del governo tecnico italiano?

Certamente, le lealtà regionali ed etniche svolgono un ruolo importante in alcune parti d’Europa, come ad esempio in Scozia, Belgio e Catalogna, ma ancor di più nei paesi emergenti, dove le divisioni politiche rispecchiano anche dei contesti post-coloniali specifici e spesso il retaggio di dittature. Tuttavia, anche nelle democrazie dei “mercati emergenti”, come il Cile, il Messico, la Corea del Sud e l’India, la divisione tra destra e sinistra svolge un ruolo importante, mentre chi si pone al centro rimane debole.

I liberal-democratici britannici, ad esempio, hanno cercato per decenni di diventare un terzo grande partito, ma senza riuscirvi. Il vocabolario politico negli Stati Uniti è invece diverso. Il Partito Democratico, esistente sin dalla Presidenza di Franklin Roosevelt, rappresenta infatti la forza politica di centro sinistra, mentre il Partito Repubblicano si è posizionato come partito di centro destra, e non esiste alcun’altra alternativa significativa in termini di partito.

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