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Una via attraverso il campo minato dell’Europa

LONDRA – Nei giorni scorsi un gruppo formato da circa 100 figure di spicco europee ha consegnato una lettera aperta ai leader dei 17 paesi dell’eurozona che intimava loro ciò che adesso sembrano aver compreso, ovvero “di non poter continuare a guadagnare tempo”. Gli stessi leader sembrano poi aver capito che non basta assicurare la possibilità da parte dei governi di finanziare il proprio debito a tassi d’interesse ragionevoli, ma che devono anche occuparsi della debolezza del sistema bancario europeo.

I problemi legati alle banche e al debito sovrano si rinforzano, infatti, a vicenda. La riduzione del prezzo delle obbligazioni statali ha portato alla luce il processo di sottocapitalizzazione delle banche, mentre la prospettiva di finanziamento del processo di ricapitalizzazione delle banche stesse da parte dei governi ha determinato un aumento dei premi di rischio sui titoli di stato. Di fronte alla prospettiva di dover accumulare altro capitale in un momento in cui le azioni vengono vendute ad una frazione del valore contabile, le banche sono incentivate a ridurre il proprio bilancio ritirando le linee di credito e riducendo il portafoglio prestiti.

I leader europei stanno riflettendo sul da farsi e la loro prossima mossa avrà conseguenze fatidiche che potrebbero portare o alla tranquillità dei mercati o a nuovi contesti estremi. Tutti sono d’accordo nel sostenere che la Grecia necessita di una ristrutturazione ben regolata in quanto un default sregolato potrebbe causare un crollo dell’eurozona. Per quanto riguarda le banche, credo invece che i leader dell’eurozona stiano purtroppo pensando di implementare delle misure inappropriate.

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