op_michnik4_SERGEI SUPINSKYAFP via Getty Images_ukrainewar Sergei Supinsky/AFP via Getty Images

Putin non deve vincere

Irena Grudzińska Gross: Dopo il discorso in cui Vladimir Putin annunciava l’annessione dei territori ucraini, lei ha scritto un articolo dove invocava la “denazificazione” del Cremlino. L’articolo si concludeva con una variazione su un verso di Shakespeare: “Facciamo quel che dobbiamo e accada quel che deve accadere”. Cosa aveva in mente?

Adam Michnik: [ride] Stavo usando un motto del diciannovesimo secolo coniato da un gruppo di emigrati polacchi a Parigi chiamato Hôtel Lambert, che più o meno suona così, “Fa’ quello che serve, poi sarà quel che sarà”. Ovviamente, non sappiamo cosa succederà, non siamo in grado di influenzare direttamente le sorti dell’invasione russa, ma una cosa è certa: siamo noi a decidere come agire. “Bilanceremo” quello che i russi stanno facendo con l’assunto che “dopo tutto gli ucraini non sono dei santi”, come ha fatto ultimamente Amnesty International? Oppure faremo come Noam Chomsky, che sembra condannare l’invasione, ma allo stesso tempo menziona l’Iraq? Questo non significa che io abbia cambiato parere sull’intervento americano in Iraq, che ritengo sia stato un errore, ma mettere l’Iraq e l’Ucraina sullo stesso piano... 

IGG: Chomsky non mette l’Iraq e l’Ucraina sullo stesso piano, lui paragona l’operato degli Stati Uniti con quello della Russia.

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