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L’Annus Mediocris dell’America Latina

CITTA’ DEL MESSICO – Il buono, il cattivo, e “il Donald”. In poche parole, questo è stato il 2017 per l’America latina.

L’evento più eclatante dell’anno è stato, senza dubbio, la storica pace siglata in Colombia. Dopo un’insurrezione durata circa cinquant’anni e alimentata dai cartelli della droga, dai cubani e dai riciclatori di denaro, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) hanno deposto le armi e si sono uniti alla linea politica prevalente. Anche se secondo alcuni colombiani il Presidente Juan Manuel Santos ha concesso troppo per raggiungere l’accordo, la fine del conflitto armato più lungo dell’emisfero occidentale dovrebbe essere comunque motivo di elogio. Santos non godrà della popolarità che meriterebbero i risultati da lui raggiunti, ma la pace che ha sostenuto, e grazie alla quale ha vinto il Premio Nobel per la pace nel 2016, sarà quasi sicuramente duratura.

Un altro evento importante degli ultimi 12 mesi è stato il costante successo dell’America latna nella lotta alla corruzione guidata dall’inchiesta brasiliana Lava Jato(Autolavaggio). Quest’indagine, avviata nel 2014, ha incastrato nel 2017 una serie di politici e leader aziendali di alto livello compresi gli ex presidenti del Brasile Dilma Rousseff e Luiz Inácio Lula da Silva, tre ex presidenti del Perù e un ex capo della compagnia petrolifera di Stato messicana, Pemex. Santos ha anche dovuto testimoniare, negando di essere a conoscenza dei fondi stanziati a favore delle sue campagne dal conglomerato brasiliano Odebrecht.

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