op_haass2_AHMAD SAHEL ARMANAFP via Getty Images_afghanistantaliban Ahmad Sahel Arman/AFP via Getty Images

Il mondo post-9/11

NEW YORK – Questa settimana ricorre il 20° anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 contro gli Stati Uniti. Quel giorno 19 terroristi presero il controllo di quattro aerei civili, due si schiantarono contro le torri del World Trade Center di New York, un terzo venne fatto precipitare sul Pentagono e il quarto precipitò in un campo della Pennsylvania dopo che i passeggeri impedirono fisicamente ai terroristi di raggiungere l’obiettivo, presumibilmente la Casa Bianca o un altro edificio del governo degli Stati Uniti a Washington.

Tutti i dirottatori provenivano dal Medio Oriente, 15 solo dall’Arabia Saudita. Sono stati tutti addestrati in Afghanistan, e quattro nelle scuole di volo statunitensi, come parte di un’operazione pianificata, organizzata e portata avanti da al-Qaeda (la “base”), il gruppo terroristico guidato da Osama bin Laden. Alla fine di quella giornata, morirono 2.977 uomini, donne e bambini innocenti, più di 6.000 rimasero ferite. La maggior parte erano americani, anche se hanno perso la vita anche i cittadini provenienti da oltre un centinaio di paesi.

Molti all’epoca temevano che l’11/9 avesse inaugurato un’era definita dal terrorismo globale. E, a dire il vero, seguirono altri attacchi di al-Qaeda, tra cui gli attentati ai treni a Madrid nel marzo 2004 e l’attacco al sistema di transito di Londra nel luglio 2005. Inoltre, i terroristi che rivendicavano fedeltà allo Stato islamico (ISIS) uccisero 32 persone all’aeroporto di Bruxelles nel marzo 2016 e inscenarono una serie di attacchi minori (spesso usando veicoli per travolgere i pedoni). Ma né gli Stati Uniti né alcuno dei loro alleati hanno subito un altro attacco della portata dell’11/9, e neanche lontanamente simile ad esso. Bisogna quindi chiedersi: al di là dei costi immediati, che differenza ha fatto l’11/9? Come è cambiata, semmai, la storia?

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