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La ripresa rischiosa dell’economia globale

NEW YORK – Un anno fa ho predetto che l’aspetto più rilevante del 2017 sarebbe stata l’incertezza, alimentata, tra le altre cose, dall’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e dal voto del Regno Unito di lasciare l’Unione europea. Sembrava che l’unica certezza fosse l’incertezza – e che il futuro potesse diventare un luogo davvero confusionario.

Come poi si è verificato, anche se il 2017 non è stato un anno particolarmente positivo, è stato di gran lunga migliore di quello che molti temevano. Trump si è dimostrato arrogante e imprevedibile come previsto. Chiunque prestasse attenzione solo ai suoi tweet incessanti avrebbe potuto pensare che gli Usa erano in bilico tra una guerra commerciale e una guerra nucleare. Trump sarebbe capace di insultare la Svezia un giorno, l’Australia il giorno dopo e poi l’Unione europea – e poi supportare i neo-nazisti nel suo paese. E i membri del suo governo plutocratico competono l’uno con l’altro in termini di conflitto di interessi, incompetenza e assoluta cattiveria.

Finora, tuttavia, nonostante il preoccupante smantellamento di alcune leggi, soprattutto quelle relative alla protezione ambientale, la combinazione di istituzioni americane e incompetenza dell’amministrazione Trump ha significato che esiste (fortunatamente) un ampio divario tra la retorica negativa del presidente e ciò che ha realmente realizzato.

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