guriev32_John Moore_Getty Images John Moore/Getty Images

Il ritorno della fine della storia

Trent’anni dopo la pubblicazione del famoso libro di Francis Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo, la storia è tornata con maggiore intensità. Dopo l’immotivata invasione della Russia in Ucraina, l’Europa è ancora una volta teatro di una guerra su larga scala così tipica del XX secolo che nessuno si sarebbe aspettato di vedere qualcosa di simile oggi. Lontano dallo “scontro delle civiltà” che secondo il politologo Samuel Huntington avrebbe plasmato il XXI secolo, la Russia intende sradicare un paese indipendente con un background simile a livello etnolinguistico e religioso. Il conflitto riguarda principalmente diversi sistemi politici: autocrazia contro democrazia, impero contro sovranità nazionale.

Sebbene la guerra abbia prodotto innumerevoli tragedie, credo che dimostrerà a Fukuyama di aver avuto più ragione che torto. Sosteneva che l’implosione del comunismo avesse inaugurato un mondo in cui le democrazie con economie di mercato sarebbero state preferite rispetto a forme di governo alternative. Sebbene la guerra di aggressione della Russia non sarebbe mai dovuta accadere, è chiaramente un’eccezione che conferma la regola di Fukuyama. Ha causato enormi sofferenze agli ucraini, che però hanno combattuto con coraggio sapendo che la storia è dalla loro parte.

Nel frattempo, l’aspettativa di vita del regime di Vladimir Putin è bruscamente diminuita. Per parafrasare Talleyrand, la guerra di Putin è peggio di un crimine; è un errore fatale che altri potenziali invasori impareranno a non ripetere. Ci ricorda anche che la follia è una caratteristica, piuttosto che un errore, delle dittature. Senza controlli ed equilibri politici, media liberi e una società civile indipendente, gli autocrati non ricevono il feedback necessario per prendere decisioni sagge e competenti.

https://prosyn.org/Zed17Sbit