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La Rivoluzione della Volkswagen

NEW YORK – Quando Michael Horn, presidente e CEO del Gruppo Volkswagen America, ha recentemente testimoniato davanti ad una commissione del Congresso degli Stati Uniti riguardo al software installato dalla Volkswagen sulle vetture alimentate a gasolio per eludere i test sulle emissioni, ha espresso la propria incredulità circa il fatto che la responsabilità possa ricadere su un paio di ingegneri. Horn ha dichiarato: “Non pensavo che una cosa del genere potesse accadere al Gruppo Volkswagen”.

Horn e i membri del Congresso non sono gli unici a sentirsi traditi dalla frode intenzionale della Volkswagen. Lo sono anche i consumatori che hanno creduto nel marketing “diesel pulito” dell’azienda ed acquistato una delle 11 milioni di auto, Volkswagen, Audi, Skoda, e Seat, coinvolte. E a sentirsi traditi sono anche i rivenditori, fornitori, lavoratori, le autorità di regolamentazione, e i legislatori di tutti i paesi che ora devono affrontare le conseguenze.

Quando una società attiva nel settore dei prodotti di consumo di alto profilo, fondata sulla sicurezza e competenza specializzata, perde la fiducia del pubblico, il danno è enorme. Alle audizioni negli Stati Uniti sono seguite quelle parlamentari nel Regno Unito, ed ulteriori indagini ufficiali sono state avviate altrove. In Italia e Germania, la polizia ha ricercato uffici ed abitazioni private per assicurarsi documenti pertinenti. Si parla di class-action legali da parte dei consumatori in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia. Inoltre, la Banca Europea per gli Investimenti ha intenzione di verificare se alcuni dei finanziamenti erogati alla società – legati al raggiungimento degli obiettivi climatici – siano stati utilizzati per la manipolazione dei test di emissione. Se questo è il caso, si potrebbe richiedere la restituzione dei soldi.

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