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Perché un accordo commerciale Usa-Cina non è sufficiente

WASHINGTON, DC – Mentre i negoziatori commerciali cinesi e statunitensi si incontrano a Washington per cercare di creare un accordo sul commercio, gli osservatori si concentrano in gran parte sui disaccordi economici dei paesi, come i sussidi cinesi alle imprese statali. Ma pensare che un accordo sul commercio proteggerà il mondo da una guerra fredda sino-americana sarebbe tanto prematuro quanto ingenuo.

Certo, un accordo commerciale è altamente auspicabile. Il crollo dei negoziati commerciali avrebbe innescato un nuovo ciclo di aumenti tariffari (dal 10% al 25%, su 200 miliardi di dollari di beni cinesi esportati negli Stati Uniti), abbassando i prezzi azionari globali e spronando le imprese a spostare un numero più alto delle loro attività fuori dalla Cina. A causa delle tariffe che seguono la logica dell’ “occhio per occhio”, il commercio bilaterale precipiterebbe, e il disfacimento delle relazioni economiche tra Stati Uniti e Cina accelererebbe, creando incertezza diffusa e costi più elevati.

Ma anche se si raggiunge un accordo globale - sia prima del 1 marzo o tra qualche mese - il disfacimento continuerà, anche se in modo più graduale e meno costoso. La ragione - che molti investitori e dirigenti aziendali non sono riusciti a riconoscere - è che la guerra commerciale non riguarda fondamentalmente il commercio; piuttosto, è una manifestazione della crescente competizione strategica tra le due potenze.

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