BRUXELLES – I primi colpi della guerra commerciale transatlantica sono stati lanciati dagli Stati Uniti, ora che il paese ha deciso di imporre aspri dazi sulle importazioni di acciaio dall’Unione Europea (oltre che da Canada e Messico). È stato un attacco ingiustificato, che l’Unione Europea ha promesso di contraccambiare. Peraltro, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un’indagine volta a stabilire se le importazioni di automobili costituiscano una minaccia per la sicurezza nazionale. In questo modo, qualsiasi risposta di rivalsa potrebbe rapidamente degenerare dall’acciaio all’industria automobilistica, settore vitale per l’Europa.
Sfortunatamente, sembra che le reazioni dell’UE siano dettate dalle emozioni e da posizioni politiche di breve periodo, invece che dalla logica economica. Per cominciare, c’è una incoerenza fondamentale nei discorsi dell’UE (e di altri partner commerciali degli Stati Uniti). L’UE sostiene che le tariffe sulle importazioni di acciaio danneggiano principalmente gli stessi Stati Uniti, e la maggior parte degli economisti potrebbe essere d’accordo. Ma ciò implica anche che le contromisure adottate dall’UE danneggeranno principalmente l’Europa.
Poiché i dazi selettivi minacciati dalla Commissione incideranno sui prodotti finiti, non su fattori produttivi come l’acciaio, il danno inflitto ai consumatori europei dalle contromisure europee sarà inferiore al danno inflitto all’economia statunitense dai dazi sull’acciaio di Trump. Ma l’aumento dei dazi rimane un atto di autolesionismo. Gli economisti amano osservare che l’argomento delle contromisure contro il protezionismo estero equivale a dire: “Se ti dai la zappa sui piedi, lo farò anch’io”.
BRUXELLES – I primi colpi della guerra commerciale transatlantica sono stati lanciati dagli Stati Uniti, ora che il paese ha deciso di imporre aspri dazi sulle importazioni di acciaio dall’Unione Europea (oltre che da Canada e Messico). È stato un attacco ingiustificato, che l’Unione Europea ha promesso di contraccambiare. Peraltro, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato un’indagine volta a stabilire se le importazioni di automobili costituiscano una minaccia per la sicurezza nazionale. In questo modo, qualsiasi risposta di rivalsa potrebbe rapidamente degenerare dall’acciaio all’industria automobilistica, settore vitale per l’Europa.
Sfortunatamente, sembra che le reazioni dell’UE siano dettate dalle emozioni e da posizioni politiche di breve periodo, invece che dalla logica economica. Per cominciare, c’è una incoerenza fondamentale nei discorsi dell’UE (e di altri partner commerciali degli Stati Uniti). L’UE sostiene che le tariffe sulle importazioni di acciaio danneggiano principalmente gli stessi Stati Uniti, e la maggior parte degli economisti potrebbe essere d’accordo. Ma ciò implica anche che le contromisure adottate dall’UE danneggeranno principalmente l’Europa.
Poiché i dazi selettivi minacciati dalla Commissione incideranno sui prodotti finiti, non su fattori produttivi come l’acciaio, il danno inflitto ai consumatori europei dalle contromisure europee sarà inferiore al danno inflitto all’economia statunitense dai dazi sull’acciaio di Trump. Ma l’aumento dei dazi rimane un atto di autolesionismo. Gli economisti amano osservare che l’argomento delle contromisure contro il protezionismo estero equivale a dire: “Se ti dai la zappa sui piedi, lo farò anch’io”.