Donald Trump speaks about the passage of tax reform legislation Saul Loeb/Getty Images

La Legge Usa 2017 sugli Sgravi Fiscali “Pro-Donatori”

NEW YORK – Un atto legislativo, definito allo stesso tempo intervento di riduzione delle tasse e riforma fiscale, non è mai stato accolto con altrettanta disapprovazione e derisione quanto il disegno approvato dal Congresso USA e convertito in legge dal presidente Donald Trump poco prima di Natale. I Repubblicani che hanno votato per il provvedimento (non lo hanno fatto i Democratici) sostengono che il loro “regalo” verrà apprezzato più tardi, non appena gli Americani vedranno aumentare il loro stipendio. Quasi certamente si sbagliano. Piuttosto, la legge racchiude in un unico pacchetto tutto ciò che non va nel Partito Repubblicano e, in certa misura, lo stato degradato della democrazia americana.

La legge non rappresenta una “riforma fiscale” nemmeno secondo la più elastica delle letture. Una riforma dovrebbe comportare l’eliminazione delle scappatoie distorsive e l’aumento dell’equità della normativa tributaria. Di importanza fondamentale per l’equità è la capacità contributiva. Ma la suddetta normativa fiscale riduce le tasse di decine di migliaia di dollari, in media, a favore delle persone più in grado di pagare (il quintile superiore). E, allorché fosse pienamente attuata (nel 2027), essa farebbe innalzare le tasse della maggioranza degli Americani che si trovano nel mezzo (secondo, terzo e quarto quintile).

Il codice fiscale degli Stati Uniti era già regressivo molto prima della presidenza Trump. In effetti, l’investitore miliardario Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo, ha notoriamente dichiarato di ritenere sbagliato che egli dovesse pagare un’aliquota fiscale inferiore a quella della sua segretaria. La nuova legislazione rende il sistema fiscale americano ancora più regressivo.

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