EPA protest Ricky Carioti/The Washington Post/Getty Images

Le fantasie di Donald Trump sul clima

NEW YORK – Secondo la leggenda, re Canuto portò i suoi cortigiani al mare per dimostrare loro che persino un re non può comandare le onde dell’oceano e che le leggi della natura sono più potenti delle leggi dell’uomo. Bisogna quindi compatire Donald Trump che crede realmente che le sue ordinanze esecutive possano fermare le maree.

Trump è circondato da amici piuttosto che da cortigiani, che credono, proprio come il loro folle e ignorante re, che rinnegando il cambiamento climatico sia possibile ripristinare la ricchezza e la gloria del carbone, del petrolio e del gas. In realtà hanno torto. L’avidità non riuscirà a far cambiare direzione al cambiamento climatico causato dall’uomo e le ordinanze esecutive di Trump non fermeranno il processo globale di graduale eliminazione del carbone, del petrolio e del gas a favore delle fonti energetiche eoliche, solari, idriche, nucleari, geotermiche e di altre fonti a basso tenore di carbonio.

In meno di 100 giorni abbiamo imparato che Trump è un uomo che vive in un mondo di fantasia. Emette decreti, strilla ordini, invia tweet a mezzanotte, ma senza risultati. I fatti (reali e non la sua interpretazione “alternativa”) continuano a essere evidenti. Esiste la fisica, la legge, ci sono i tribunali e le procedure e ci sono gli elettori, dei quali solo il 36% approva il lavoro di Trump. C’è anche la Cina che esce vincitrice da un punto di vista tecnologico e diplomatico da qualsiasi mossa autolesionista da parte dell’incompetente Presidente statunitense.

L’ultima fantasia riguarda il cambiamento climatico. Trump ha emesso delle ordinanze esecutive che pensa possano invertire la tendenza delle politiche climatiche dell’ex Presidente Barack Obama. Le sue ordinanze revocherebbero le norme del Clean Power Plan delineate dall’Agenzia per la tutela ambientale degli Stati Uniti (EPA), eliminerebbero gli standard di controllo delle emissioni del metano derivanti dalla produzione e dalla distribuzione di petrolio e gas e metterebbero fine all’uso regolamentato del “costo sociale del carbonio” introdotto dall’EPA per calibrare il valore del dollaro rispetto al danno ambientale provocato dall’emissione di una tonnellata aggiuntiva di diossido di carbonio.

Secondo Trump queste nuove misure creeranno nuovi posti di lavoro nel settore del carbone, garantiranno l’ “indipendenza energetica” agli Stati Uniti e promuoveranno la crescita economica. Inoltre, recentemente Trump ha autorizzato la costruzione del gasdotto Keystone XL da Alberta, Canada, allo stato del Nebraska con l’obiettivo di collegare le sabbie bituminose canadesi alle raffinerie di petrolio degli Stati Uniti. Obama aveva rifiutato di portare avanti il progetto in quanto avrebbe peggiorato il riscaldamento globale.

La principale motivazione di Trump è servire gli interessi economici delle industrie statunitensi del carbone, del petrolio e del gas che forniscono significativi finanziamenti elettorali e sostegno mediatico ai repubblicani del Congresso e delle amministrazioni in tutto il paese. In breve, si tratta di corruzione politica, ovvero le politiche di governo in cambio dei fondi elettorali. 

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La ExxonMobil, Chevron, la Camera di Commercio statunitense e le Koch Industries sono tutti attori fondamentali e quasi tutti i membri repubblicani del Congresso sono implicati in questo comportamento deprecabile. Sono pronti ad apparire come folli in pubblico, rinnegando le scienze climatiche e il riscaldamento globale, purché i fondi elettorali continuino ad arrivare. Indipendentemente dal fatto che Trump possa essere abbastanza folle da credere o meno in quello che dice, sa bene che le sue ordinanze esecutive hanno una narrativa efficace per il potere repubblicano.

Ma come nel caso di molte altre decisioni di Trump, è più aria fritta che arrosto, più chiacchiere che realtà. Innazitutto, Trump non può fermare le onde, o l’aumento del livello degli oceani nel caso del riscaldamento globale. La scienza è reale anche se a Trump piace esibire la sua ignoranza scientifica.

In secondo luogo, il mondo sa che il contesto del cambiamento climatico è reale. Ciascun stato membro delle Nazioni Unite ha firmato l’accordo sul clima a Parigi nel 2015. Il pianeta ha appena vissuto i tre anni più caldi mai sperimentati prima. Gli oceani si stanno riscaldando a ritmi drammatici (arrivando a danneggiare recentemente il 93% della Grande Barriera Corallina australiana). Il cinismo di Trump e la sua ignoranza non faranno cambiare idea a nessuno e non attrarrano alcun simpatizzante a livello globale.

Inoltre, le mosse di Trump verranno contrastate dai tribunali e lui quasi sicuramente perderà. Riuscirà a raccimolare qualche voto nella Viriginia occidentale e a ricevere qualche apprezzamento dalle Koch Industries, ma non riuscirà a stravolgere la normative EPA sulle emissioni di CO2.

Questi standard sono protetti dalla legge sull’aria pulita (Clean Air Act) e Trump non ha sufficienti voti nel Congresso (per un ampio margine) per cambiare la legge, mentre gli elettori americani sono (anche loro per un ampio margine) a favore di un passaggio dai carburanti fossili all’energia rinnovabile. Anche nel contesto di una politica corrotta, la prospettiva degli elettori conta.

Trump non è neppure in grado di ripristinare il settore del carbone ormai in fase terminale. Oggi sono tutti contro il carbone. Provoca malattie ai polmoni tra i minatori e nell’opinione pubblica che vive vicino alle centrali elettriche a carbone, rilascia quantità maggiori di CO2 per unità di energia rispetto al petrolio e al gas, e compete sempre più difficilmente (come gli altri carburanti fossili) con le fonti di energia eolica, solare, idroelettrica e altre fonti a zero emissioni di carbonio.

Per quanto riguarda il lavoro, le miniere di carbone sono diventate sempre più automatizzate tanto che tutto il settore impiega ora solo poche decina di migliaia di lavoratori rispetto ad una forza lavoro complessiva di 150 milioni di individui. Le miniere di estrazione del carbone non avranno un ruolo significativo nei futuri trend dell’occupazione statunitense, che Trump lo voglia o no.

Per la stessa ragione, scommetto che il gasdotto Keystone XL, che implica un costo di diversi miliardi di dollari, non verrà mai costruito. Il mondo non ha bisogno delle sabbie bituminose del Canada vista l’urgenza di passare a fonti energetiche a zero emissioni di carbonio. Le sabbie bituminose canadesi sono infatti costose da sfruttare, altamente inquinanti e ben lontane dai mercati. Indipendentemente dall’approvazione di Trump, gli investitori non saranno interessati ad un gasdotto che andrebbe molto probabilmente in bancarotta ben prima che possa essere utilizzato.

La Cina, l’Europa e persino la regione del Golfo non verranno condizionate dalle mosse di Trump. La Cina intende diminuire le emissioni di CO2 , pulire l’aria e diventare il paese leader del ventunesimo secolo nel settore delle tecnologie a basso tenore di carbonio, come i veicoli fotovoltaici ed elettrici. L’Europa è sulla strada giusta verso un’economia a zero emissioni, mentre i paesi del Golfo stanno impiegando una grande capacità produttiva nel settore dell’energia rinnovabile, in particolar modo dell’energia solare.

Alla fine, possiamo stupirci sia della follia del presidente dell’America che della corruzione del partito repubblicano, ma non dobbiamo credere che le fantasie climatiche di Trump possano cambiare la realtà globale o avere qualche effetto sull’implementazione dell’accordo sul clima firmato a Parigi.

Traduzione di Marzia Pecorari

https://prosyn.org/TKLvqvlit