La privatizzazione del Golfo

JEDDAH – Il mondo arabo sta attraversando dei cambiamenti fondamentali. Per questo motivo i suoi leader devono adattarsi rapidamente per evitare delle rivolte popolari – una lezione che non è passata inosservata nei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gulf Cooperation Council - GCC) – Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Con i vicini invischiati in un conflitto interno o in preda a transizioni difficoltose, e dato il crescente malcontento, gli Stati del Golfo si preoccupano di arginare la corrente della rivoluzione.

In effetti, il GCC ha offerto un aiuto generoso, per un totale di 160 miliardi di dollari sinora, ai Paesi travolti dalla Primavera araba. Inoltre, per raffreddare le tensioni politiche domestiche alcuni Paesi del Golfo hanno annunciato ulteriori pacchetti di spesa che includono notevoli aumenti dei salari, sostanziosi incrementi di posti di lavoro nel settore pubblico per i propri cittadini e un aumento dei sussidi per la disoccupazione.

In parole semplici, gli Stati del Golfo fanno affidamento sulla propria ricchezza per scongiurare la rivoluzione. Dopo tutto, la maggioranza della popolazione ha tratto forti vantaggi da decenni di rapida crescita economica basata sulle risorse naturali.

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