BEIRUT – La rivoluzione che sta interessando tutto il mondo arabo ha costretto i popoli ed i governi della regione a doversi confrontare con il bisogno del cambiamento. Anni di immobilità hanno aperto la strada ad una spinta frenetica verso nuove riforme mirate a soddisfare le aspirazioni ed il malcontento di milioni di persone.
Ma lo slancio a favore di queste riforme sta prendendo due direzioni decisamente opposte. Una vuole che i governi pensino ai bisogni del loro popolo, l’altra chiede a gran voce ai governi di smetterla di limitare la libertà dei popolo, in particolar modo la libertà economica. La prima tipologia di riforme non farà altro che esacerbare i gravi problemi del mondo arabo, mentre la seconda offre la speranza di un cambiamento positivo e sostenibile.
In diversi paesi arabi, in particolar modo nell’Arabia Saudita, i governatori hanno tentato di placare l’insoddisfazione popolare elargendo contanti, sussidi, posti di lavoro garantiti e beni e servizi gratuiti. Quest’espressione di generosità implica una fondamentale incomprensione delle cause del malcontento attuale, attribuendo infatti tale insoddisfazione a motivazioni puramente materiali.
BEIRUT – La rivoluzione che sta interessando tutto il mondo arabo ha costretto i popoli ed i governi della regione a doversi confrontare con il bisogno del cambiamento. Anni di immobilità hanno aperto la strada ad una spinta frenetica verso nuove riforme mirate a soddisfare le aspirazioni ed il malcontento di milioni di persone.
Ma lo slancio a favore di queste riforme sta prendendo due direzioni decisamente opposte. Una vuole che i governi pensino ai bisogni del loro popolo, l’altra chiede a gran voce ai governi di smetterla di limitare la libertà dei popolo, in particolar modo la libertà economica. La prima tipologia di riforme non farà altro che esacerbare i gravi problemi del mondo arabo, mentre la seconda offre la speranza di un cambiamento positivo e sostenibile.
In diversi paesi arabi, in particolar modo nell’Arabia Saudita, i governatori hanno tentato di placare l’insoddisfazione popolare elargendo contanti, sussidi, posti di lavoro garantiti e beni e servizi gratuiti. Quest’espressione di generosità implica una fondamentale incomprensione delle cause del malcontento attuale, attribuendo infatti tale insoddisfazione a motivazioni puramente materiali.