brown38_Chris McGrath_Getty Images_refugee children Chris McGrath/Getty Images

Innovazione educativa in Medio Oriente

LONDRA – Aiutare i milioni di nuovi sfollati del Medio Oriente richiede risorse che vanno ben oltre la capacità di risposta delle Nazioni Unite, e rappresenta una sfida umanitaria continua per aziende, fondazioni e donatori del settore pubblico. Mentre le forze di mantenimento della pace dell’Onu sono finanziate da un sistema di “contributi stabiliti”, gli aiuti umanitari dipendono da donazioni volontarie. L’istruzione, che nella scala delle priorità viene dopo le necessità di sopravvivenza di base, come il cibo e l’alloggio, finisce per essere troppo spesso trascurata.   

Tale lacuna è molto più pericolosa di quanto non sembri a prima vista. Di fatto, stiamo assistendo a una crisi educativa che minaccia di creare una generazione perduta di giovani senza alcuna speranza di un futuro migliore. La maggior parte dei sei milioni di bambini sfollati della Siria non frequenta la scuola, mentre circa 250.000 giovani perdono l’opportunità di andare all’università. In Yemen e Iraq, paesi dilaniati dalla guerra, altri milioni di bambini restano esclusi dall’istruzione scolastica. Alcuni di loro non mettono piede in un’aula durante tutta l’età scolare. 

Ma grazie alla PEER (Platform for Education in Emergencies Response), la piattaforma dell’istruzione nella risposta alle emergenze, associazioni di beneficenza, filantropi e fondazioni possono ora unire gli sforzi per aiutare gli studenti rifugiati a trovare opportunità di un’istruzione superiore, e offrire un porto sicuro agli insegnanti perseguitati dal regime del presidente siriano Bashar al-Assad. La PEER si propone di creare un collegamento tra rifugiati siriani pronti per l’università e università disposte ad accoglierli, e alla fine diventerà un canale di educazione superiore on-line per studenti sfollati in ogni parte del modo e per tutti i livelli d’istruzione.

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