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Sempre più italiani voteranno con i “piedi”?

MILANO – L’inconcludente voto del 4 marzo, con la sua chiara deriva populista, porterà a un prolungato periodo di stallo politico, congelando l'adozione di quelle riforme strutturali di cui l’Italia  ha tanto bisogno. Ma lo stallo, e la relativa percezione che il paese non sia disposto a cambiare, potrebbe avere un altro effetto deleterio. Fornirà un ulteriore pretesto per i migliori talenti italiani ad andare all'estero, aggravando una tendenza che ha afflitto il paese per oltre un decennio.

Dal 2007 quasi 1,5 milioni di italiani hanno lasciato il paese, unendosi ad oltre quattro milioni di altri espatriati. Per comprendere la gravità della situazione, questi numeri implicano che circa l'8% della popolazione italiana risiede attualmente all'estero. Ma il numero potrebbe essere più elevato. Non è inusuale per gli espatriati italiani non dichiarare alle autorità nazionali la loro residenza effettiva per preservare l’accesso a benefici come l'assistenza sanitaria gratuita.

Circa un terzo di questi emigrati è laureato. Molti sono professionisti altamente qualificati che lavorano in finanza, consulenza, accademia o architettura. E innumerevoli sono le storie di imprenditori italiani che hanno fondato aziende di successo nelle Silicon Valley del mondo.

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