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La disuguaglianza indebolisce la prestazione economica

MILANO – Circa dieci anni fa la Commissione per la crescita e lo sviluppo (che presiedevo) ha pubblicato un rapporto che tentava di riassumere vent’anni di ricerca ed esperienza in diversi paesi in lezioni per le economie in via di sviluppo. Tra queste, la lezione probabilmente più importante è che i modelli di crescita che non contemplano l’inclusività e alimentano la disuguaglianza tendono a fallire.

Il motivo di questo fallimento non è strettamente economico. Coloro che vengono danneggiati dagli strumenti per lo sviluppo insieme a coloro che non hanno sufficienti opportunità per coglierne i benefici, diventano sempre più frustrati. Questo scenario alimenta la polarizzazione sociale che può portare a un’instabilità politica, a un impasse o a delle decisioni avventate con gravi conseguenze di lungo termine per la prestazione economica.

Non c’è alcun motivo per credere che l’inclusività possa danneggiare la sostenibilità dei modelli di crescita esclusivamente nei paesi in via di sviluppo, anche se le dinamiche specifiche dipendono da una serie di fattori. Ad esempio, l’aumento della disuguaglianza tende meno a influenzare negativamente gli aspetti economici e sociali in un ambiente di crescita elevata (ad esempio con un tasso di crescita annuale pari a 5-7%) rispetto a un ambiente a crescita ridotta o a crescita zero in cui i redditi e le opportunità di un sottogruppo della popolazione sono stagnanti o in calo.

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