ZURIGO – Il Fondo monetario internazionale ha riesumato una vecchia tecnica – comunemente utilizzata negli anni ottanta del secolo scorso durante la crisi del debito in America Latina – che il mese prossimo potrebbe evitare alla Grecia di diventare insolvente nei confronti dei creditori europei. Il rinvio dà anche il tempo all’Fmi e ai suoi partner europei di chiarire le rispettive divergenze in merito alle previsioni di crescita e di bilancio di questo paese in difficoltà. Ma l’elegante compromesso del Fondo lascia comunque la Grecia all’ombra di un onere debitorio enorme, per ridurre il quale l’Europa dovrà mettere da parte la politica nazionale e agire in base alle logiche e alle necessità dell’economia.
L’Europa e l’Fmi sono stati finora incapaci di conciliare le loro diverse posizioni sulla sostenibilità del debito greco, e le loro differenze sono ormai di dominio pubblico. Guidate principalmente da un’analisi dei flussi di cassa, le autorità europee sostengono che i bassi tassi di interesse e i lunghi periodi di rimborso hanno reso sostenibile il debito ellenico. D’altro canto, il Fondo osserva che, avendo raggiunto quasi il 200 per cento del Pil, lo stock di debito della Grecia scoraggia gli investimenti e gli afflussi di capitale. Per l’Fmi, una riduzione significativa del debito è fondamentale per ripristinare la fiducia e la credibilità necessarie a far uscire la Grecia da un lungo periodo di impoverimento.
Questo non è l’unico aspetto su cui i due maggiori creditori del paese si trovano in disaccordo. Essi divergono anche sul realismo di alcune proiezioni economiche cruciali, tra cui l’importante nesso tra crescita e bilancio dello stato, su cui l’Europa appare più ottimista.
To continue reading, register now.
Subscribe now for unlimited access to everything PS has to offer.
Since the 1990s, Western companies have invested a fortune in the Chinese economy, and tens of thousands of Chinese students have studied in US and European universities or worked in Western companies. None of this made China more democratic, and now it is heading toward an economic showdown with the US.
argue that the strategy of economic engagement has failed to mitigate the Chinese regime’s behavior.
While Chicago School orthodoxy says that humans can’t beat markets, behavioral economists insist that it’s humans who make markets, which means that humans can strive to improve their functioning. Which claim you believe has important implications for both economic theory and financial regulation.
uses Nobel laureate Robert J. Shiller’s work to buttress the case for a behavioral approach to economics.
ZURIGO – Il Fondo monetario internazionale ha riesumato una vecchia tecnica – comunemente utilizzata negli anni ottanta del secolo scorso durante la crisi del debito in America Latina – che il mese prossimo potrebbe evitare alla Grecia di diventare insolvente nei confronti dei creditori europei. Il rinvio dà anche il tempo all’Fmi e ai suoi partner europei di chiarire le rispettive divergenze in merito alle previsioni di crescita e di bilancio di questo paese in difficoltà. Ma l’elegante compromesso del Fondo lascia comunque la Grecia all’ombra di un onere debitorio enorme, per ridurre il quale l’Europa dovrà mettere da parte la politica nazionale e agire in base alle logiche e alle necessità dell’economia.
L’Europa e l’Fmi sono stati finora incapaci di conciliare le loro diverse posizioni sulla sostenibilità del debito greco, e le loro differenze sono ormai di dominio pubblico. Guidate principalmente da un’analisi dei flussi di cassa, le autorità europee sostengono che i bassi tassi di interesse e i lunghi periodi di rimborso hanno reso sostenibile il debito ellenico. D’altro canto, il Fondo osserva che, avendo raggiunto quasi il 200 per cento del Pil, lo stock di debito della Grecia scoraggia gli investimenti e gli afflussi di capitale. Per l’Fmi, una riduzione significativa del debito è fondamentale per ripristinare la fiducia e la credibilità necessarie a far uscire la Grecia da un lungo periodo di impoverimento.
Questo non è l’unico aspetto su cui i due maggiori creditori del paese si trovano in disaccordo. Essi divergono anche sul realismo di alcune proiezioni economiche cruciali, tra cui l’importante nesso tra crescita e bilancio dello stato, su cui l’Europa appare più ottimista.
To continue reading, register now.
Subscribe now for unlimited access to everything PS has to offer.
Subscribe
As a registered user, you can enjoy more PS content every month – for free.
Register
Already have an account? Log in