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L’impatto di un una recessione cinese sul mondo

CAMBRIDGE – Quando la Cina alla fine attraverserà l’inevitabile recessione in termini di crescita – che quasi sicuramente sarà amplificata da una crisi finanziaria, dato il massiccio indebitamento dell’economia – in che modo questo inciderà sul resto del mondo? Con la guerra commerciale messa del presidente americano Donald Trump ai danni della Cina proprio mentre la crescita registra già un rallentamento, questa domanda è del tutto fondata.

Le stime, come quelle previste dal Fondo monetario internazionale nelle sue valutazioni di rischio del paese, suggeriscono che un rallentamento economico in Cina finirà per colpire tutti. Ma il dolore acuto, secondo il Fmi, sarà concentrato e confinato più a livello regionale rispetto a quanto previsto in caso di una profonda recessione negli Stati Uniti. Sfortunatamente, questo sembra essere un pio desiderio.

Prima di tutto, l’effetto sui mercati di capitale internazionali potrebbe essere ben superiore rispetto a quanto suggerirebbero i collegamenti con i mercati di capitale cinesi. Tuttavia, per quanto incerti possano essere gli investitori globali sulle prospettive di crescita dei profitti, un colpo alla crescita cinese renderebbe la situazione ancor più tragica. Benché sia vero che gli Stati Uniti siano ancora di gran lunga i maggiori importatori di beni di consumo finali (un’ampia fetta di importazioni cinesi del manifatturiero riguarda i beni intermedi che finiscono per essere inglobati nelle esportazioni verso Usa ed Europa), le aziende straniere godono tuttora di ingenti utili sulle vendite in Cina.

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