marilynmonroe_pisaniferry83_Rohnert_Getty Images Röhnert/ullstein bild via Getty Images

La smania del budget settennale dell’UE

PARIGI – E’ tempo della stagione teatrale dell’Unione europea. Lo spettacolo, intitolato “negoziazioni sul budget”, va in scena ogni sette anni e mette i consumatori dell’UE contro i risparmiatori, i donatori contro i beneficiari e i riformisti contro i conservatori. Una volta che gli attori esauriscono i bluff, gli atti di bullismo, i ricatti e i tradimenti, si trova un accordo su modifiche minime. Ogni governo rivendica la vittoria e la spesa pubblica dell’UE rimane immutabile fino al prossimo spettacolo.

Performance a parte, osservare le negoziazioni del quadro finanziario pluriennale, come viene definito, è tuttavia un’esperienza alquanto deprimente. Tutti i paesi lo analizzano dalla prospettiva dei bilanci netti, ovvero quanto si riceve e non quanto si deve dare, senza preoccuparsi del valore intrinseco della spesa. E dato che lo spreco dei soldi a livello nazionale è considerata un’opzione migliore rispetto a un eventuale utilizzo più utile su altri fronti, la composizione delle spese non riporta alcuna relazione rispetto alle priorità definite dall’UE. Nel 2003, la relazione Sapir sul sistema economico dell’Europa ha definito il budget dell’UE come un cimelio storico e le cose non sono molto migliorate da allora.

La stagione teatrale si è aperta il 23 febbraio quando i leader dell’UE hanno aperto la prima discussione sul quadro finanziario 2021-2027. Gli ottimisti auspicano che le negoziazioni possano terminare prima delle elezioni parlamentari europee del giugno 2019, mentre i più realisti si aspettano che dureranno fino al tempo limite, ovvero verso la fine del 2020.

https://prosyn.org/4ACwDG8it