eichengreen126_Dursun AydemirAnadolu AgencyGetty Images_iran eu Dursun Aydemir/Anadolu Agency/Getty Images

Come l’Europa può commerciare con l’Iran ed evitare le sanzioni americane

BERKELEY – Il ritiro unilaterale del presidente americano Donald Trump dall’accordo sul nucleare iraniano del 2015 – conosciuto ufficialmente come JCPOA, acronimo inglese per Joint Comprehensive Plan of Action, ovvero piano d’azione congiunto globale – ha messo l’Europa in una situazione spinosa. I governi dei suoi stati membri continuano a mantenere un impegno economico con l’Iran quale modo per incoraggiare il rispetto dell’accordo, che prevede la fornitura non solo di aiuti umanitari, bensì anche di altri beni. Le imprese che forniscono tali beni, tuttavia, rischiano d’incorrere in sanzioni emanate dall’amministrazione Trump.  

Per la stessa ragione, le banche europee sono restie a erogare somme in euro per finanziare gli scambi con l’Iran. E, d’altra parte, alle banche statunitensi è stato vietato di fornire prestiti in dollari. Nell’insieme, questi ostacoli rappresentano un’enorme barriera a un progetto tanto auspicato.

Come risposta, Francia, Germania e Regno Unito, i tre paesi europei firmatari dell’accordo sul nucleare, hanno creato un meccanismo per commerciare con l’Iran indipendentemente dagli Stati Uniti. Tale meccanismo, denominato Instex (Instrument in Support of Trade Exchange), è uno strumento per facilitare gli scambi commerciali, che ha sede in Francia e riferisce a un organo di vigilanza composto da diplomatici dei tre paesi.  

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