BRUXELLES - La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina ha costretto l'Unione Europea ad affrontare sfide strategiche di lunga data. Il compito più immediato è porre fine alla dipendenza dell'Europa dalle importazioni di energia dalla Russia - e questo processo è già in corso - con un graduale embargo sul petrolio che raggiungerà il 90% entro la fine dell'anno.
Più in generale, l'Europa deve anche sviluppare una politica di sicurezza e di difesa efficace, nonché dotarsi delle capacità necessarie per attuarla. Sebbene questa ambizione non sia nuova di per sé, c’è un nuovo impulso. La guerra voluta dalla Russia ha mostrato che serve un cambio di passo verso una maggiore condivisione degli investimenti nella difesa. Ed è stata questa la conclusione più importante della discussione sulla difesa al Consiglio Europeo, questa settimana.
Non esistono due problemi politici identici. A volte, una sfida sembra così nuova e senza precedenti che non può essere affrontata fino a quando non si sia fatta una valutazione adeguata di come è cambiato il panorama. A volte, invece, le soluzioni sono note, ma mancano le risorse per metterle in pratica. Il dibattito sulla sicurezza e la difesa europea rientra in una terza categoria: la diagnosi e le ricette sono chiare, ma c'è stata una mancanza di volontà politica.
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The banking system we take for granted is unfixable. The good news is that we no longer need to rely on any private, rent-seeking, socially destabilizing network of banks, at least not the way we have so far.
shows why the current private system is unfixable – and why we don’t need to tolerate it anymore.
Like Vladimir Putin, China's leader is so steeped in a narrative of victimhood and fearful of appearing weak that it is hard to imagine him ever leading China out of the mess he has created. He could well be remembered as the leader who squandered history's most remarkable economic success story.
about the country's increasingly worrisome trajectory, both at home and abroad.
Artificial IdiocyFrank Rumpenhorst/picture alliance via Getty Images
BRUXELLES - La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina ha costretto l'Unione Europea ad affrontare sfide strategiche di lunga data. Il compito più immediato è porre fine alla dipendenza dell'Europa dalle importazioni di energia dalla Russia - e questo processo è già in corso - con un graduale embargo sul petrolio che raggiungerà il 90% entro la fine dell'anno.
Più in generale, l'Europa deve anche sviluppare una politica di sicurezza e di difesa efficace, nonché dotarsi delle capacità necessarie per attuarla. Sebbene questa ambizione non sia nuova di per sé, c’è un nuovo impulso. La guerra voluta dalla Russia ha mostrato che serve un cambio di passo verso una maggiore condivisione degli investimenti nella difesa. Ed è stata questa la conclusione più importante della discussione sulla difesa al Consiglio Europeo, questa settimana.
Non esistono due problemi politici identici. A volte, una sfida sembra così nuova e senza precedenti che non può essere affrontata fino a quando non si sia fatta una valutazione adeguata di come è cambiato il panorama. A volte, invece, le soluzioni sono note, ma mancano le risorse per metterle in pratica. Il dibattito sulla sicurezza e la difesa europea rientra in una terza categoria: la diagnosi e le ricette sono chiare, ma c'è stata una mancanza di volontà politica.
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