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La ristrutturazione del mondo

MILAN – L’economia globale sta attraversando una profonda trasformazione. Il cambiamento è trainato da fattori quali gli spostamenti delle popolazioni, la produttività, la ricchezza, il potere, le ambizioni, e ha subito un’accelerata dettata dalle mosse del presidente americano Donald Trump di ridefinire le catene di forniture, alterare gli incentivi per gli investimenti transfrontalieri e limitare la circolazione di persone e tecnologia al di là dei confini.

Le tensioni che questi cambiamenti stanno producendo sono più evidenti nell’escalation di controversie sul fronte degli scambi commerciali. A prescindere da alcune turbolenze nelle economie emergenti, la reazione dei mercati ai dazi “occhio per occhio” finora è stata solo modesta. Gli investitori probabilmente presumono che tutto faccia parte di un processo di rinegoziazione che alla fine produrrà nuove regole di impegno per l’imprenditoria mondiale – regole che sono ancora più favorevoli per i potenti.

Ma è possibile che tali ipotesi sottostimino la complessità delle questioni in gioco, a partire dalla questione politicamente saliente sul dove creare investimenti e occupazione. Dal canto loro, le barriere doganali e commerciali, se viste come una tattica di negoziazione transitoria, non cambieranno in modo significativo i modelli di investimento globale o la struttura delle catene di fornitura mondiali e l’occupazione.

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