7d5d2d0446f86f380e303f24_pa3444c.jpg Paul Lachine

La frenata di Pechino?

PECHINO – All’apertura della sessione annuale del Congresso nazionale del popolo (NPC, il Parlamento cinese), il premier Wen Jiabao ha annunciato che l’obiettivo fissato dal governo per la crescita economica annua del 2012 sarebbe stato del 7,5%. Con un’economia globale ancora in lenta ripresa, l’annuncio di questa significativa flessione del tasso di crescita cinese ha ovviamente destato una certa preoccupazione in tutto il mondo.

Ma è importante notare che Wen parlava di politica economica, e non di previsioni sulle performance del Paese. L’obiettivo di fissare un tasso di crescita più basso, ha spiegato, è “di spingere la popolazione a focalizzarsi sul proprio lavoro in ogni settore, per accelerare la trasformazione del modello di sviluppo economico rendendolo più sostenibile ed efficiente”.

Gli investimenti fissi sono il più potente motore per la crescita cinese. Dal momento che si tratta di un Paese in via di sviluppo con un reddito annuo pro capite inferiore a 5.000 dollari, la Cina ha ancora un certo margine di incremento per lo stock di capitali. Ma il tasso di crescita degli investimenti è troppo elevato. Il punto non è se la Cina abbia bisogno di maggiori investimenti, ma se la capacità di assorbimento cinese possa continuare a sostenere la rapida crescita degli investimenti registrata nel passato decennio.

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