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Evitare una guerra commerciale è possibile?

BERKELEY – La domanda che in questi giorni viene rivolta più spesso agli economisti internazionali è probabilmente la seguente: “Stiamo assistendo all’inizio di una guerra commerciale?” Questa domanda, però, non ammette un semplice “sì” o “no” come risposta. Contrariamente a una guerra combattuta con le armi, non c’è alcuna dichiarazione governativa che annunci l’apertura ufficiale delle ostilità. Nel corso della storia è già successo che i dazi d’importazione venissero aumentati e ridotti per ragioni sia buone che cattive.    

Fra l’altro, anche quando le ragioni non sono condivisibili, gli aumenti delle tariffe non sempre provocano ritorsioni dall’estero. Non vi fu alcuna rappresaglia, ad esempio, quando nel 1971 il presidente Richard Nixon impose in maniera indiscriminata una soprattassa del 10% sulle importazioni, a quanto pare violando sia il GATT, l’accordo generale sulle tariffe e il commercio (precursore dell’Organizzazione mondiale del commercio) sia la legislazione statunitense. 

Ma c’è sempre il pericolo che gli eventi sfuggano di mano. La Cina ha chiaramente manifestato l’intenzione di rispondere ai provvedimenti Usa, aumentando il rischio di un’escalation da parte di un leader americano imprevedibile. La minaccia di imporre dazi su altri 100 miliardi di dollari di merci cinesi, lanciata dal presidente Donald Trump il 5 aprile scorso in risposta alla reazione della Cina alla sua mossa precedente, evidenzia questo rischio.

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