f285b50246f86f880bda6e01_ms5815c.jpg Margaret Scott

Cattivi presagi sul futuro dell’America

WASHINGTON, DC – Dopo lunghi ed estenuanti negoziati, il Presidente Barack Obama ha ratificato il 2 agosto la legge sul bilancio, che prevede un innalzamento del tetto del debito pubblico americano e riduzioni della spesa federale, evitando in tal modo la prospettiva del primo default degli Stati Uniti, che vanta una storia di ben 224 anni. Ma l’accordo evidenzia tre punti deboli. Due si compensano, mentre il terzo minaccia ciò di cui necessita maggiormente l’America nei prossimi anni: la crescita economica.

Il primo punto debole riguarda le riduzioni della spesa, che arrivano nel momento sbagliato: se le riduzioni venissero attuate, come da accordi, in una fase di debolezza economica del Paese, rischierebbero di scatenare un’altra recessione. Il secondo difetto della manovra concerne la modestia di tali riduzioni. Mentre la legge fa poco per affrontare il problema dei cronici e crescenti deficit fiscali dell’America, è probabile che i costi che essa infliggerà sull’economia nel breve periodo saranno limitati.

Il terzo e il più lesivo difetto riguarda i settori coinvolti dai tagli alla spesa. I Democratici al Congresso hanno preso un impegno quasi religioso affinché non venissero toccati i principali programmi di welfare, cioè Social Security e Medicare, che riguardano l’assistenza sociale e medica per gli anziani, quindi la legge non tocca nessuno dei due. I costi di questi programmi aumenteranno drasticamente quando i 78 milioni di baby boomer  (coloro che sono nati tra il 1946 e il 1964) andranno in pensione e riscuoteranno le loro indennità, rappresentando il maggiore aumento di spesa pubblica e deficit dei prossimi anni. E, poiché i Repubblicani al Congresso hanno parimenti una forte allergia ad aumentare le tasse in qualsiasi momento e in qualsiasi caso, la legge non punta certamente sugli incrementi tributari – nemmeno per gli americani ricchi  – per ridurre il deficit.

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