I figli dell’austerità

WASHINGTON – Quando gli economisti discutono di “aggiustamento fiscale”, lo descrivono come un obiettivo astratto e complesso. Ma in realtà la questione è piuttosto semplice e si riassume nella domanda: chi pagherà lo scotto delle misure mirate a ridurre il deficit? Si devono essenzialmente alzare le tasse per alcuni redditi, o ridurre la spesa, o fare entrambe le cose. Il termine “aggiustamento fiscale” è un’espressione gergale, mentre l’austerità è da sempre legata alla distribuzione del reddito.

Gran parte dell’Europa è già cosciente di questi aspetti ovviamente. Ora è il turno dell’America. E la direzione in cui stanno andando le cose oggi sembra suggerire che le persone che più rischiano di subire una stretta fiscale sono quelle meno in grado di difendersi, ovvero i bambini delle famiglie con i redditi più bassi. l’attuale stretta sul budget ad esempio (che implica un taglio orizzontale alle spese) sta già avendo conseguenze negative su un programma come Head Start che sostiene l’istruzione prescolastica.

Di recente, il comico americano Jimmy Kimmel ha preso in giro la mancanza di conoscenza sulle questioni fiscali da parte dei suoi compatriotti chiedendo ai passanti dell’Hollywood Boulevard ciò che pensavano della “decisione di Obama di condonare la stretta e mandarla in Portogallo”. L’espressione è divertente, ma anche triste dato che l’impatto che ha sulle vite di alcune persone è reale. Con l’attuale andamento fiscale, circa 70,000 bambini perderanno quasi sicuramente l’accesso al programma Head Start.

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