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I catalizzatori della microfinanza

CAMBRIDGE – I cosiddetti “investitori ad alto impatto”, che elargiscono il capitale ai business dediti alla risoluzione delle sfide sociali generando profitto, sono l’ultima tendenza dell’attuale contesto di sviluppo economico. Il Dipartimento per l’Innovazione Sociale e la Partecipazione Civile (Office for Social Innovation and Civic Participation) del Presidente Barack Obama ha riunito recentemente più di 100 professionisti per discutere le modalità di lancio degli investimenti ad alto impatto negli Stati Uniti e nei paesi in via di sviluppo. La Fondazione delle Nazioni Unite ed il Dipartimento di Stato statunitense hanno creato una partnership pubblico-privata investendo 50 milioni di dollari per promuovere stufe da cucina moderne ed efficienti nei paesi poveri. Nel Regno Unito, nei Paesi Bassi ed in Francia le agenzie per lo sviluppo stanno cercando di ridestinare parte dei fondi a favore dei business che si occupano dei poveri.

Secondo la Banca Mondiale, sono circa 1,4 miliardi le persone che vivono in estrema povertà (con un guadagno inferiore a 1,25 dollari al giorno), e 2,6 miliardi coloro che vivono in povertà moderata (con meno di 2 dollari al giorno). Più di un miliardo dei moderatamente poveri, cifra che supera la popolazione totale dell’Africa, vive nell’Asia meridionale. In questo contesto, riusciranno gli investimenti ad alto impatto a ridurre la povertà globale più degli sforzi fatti sinora che hanno avuto un impatto minimo?

Le popolazioni impoverite hanno un bisogno disperato di illuminazione, combustibile per cucinare, una sanità accessibile e a basso costo, acqua potabile, educazione primaria e servizi finanziari. I programmi statali destinati a garantire queste necessità sono fortemente corrotti (in base ad alcune stime il 50-70% della spesa destinata al welfare in India viene sottratto) e pertanto inadatti a fornire dei servizi di qualità. Inoltre, le aziende più importanti non sono finora state in grado di provvedere ai bisogni di queste popolazioni in quanto farlo implicherebbe dover reinventare gli attuali modelli di business sulla base di nuovi paradigmi relativi ai prodotti, alla distribuzione e ai prezzi.

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