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Come spezzare la morsa del Covid

GINEVRA – A due anni di distanza dall’inizio della peggior pandemia nel corso dell’ultimo secolo, è facile essere portati a pensare che il mondo sia rimasto incastrato in una distorsione temporale, incapace di sconfiggere un virus che finora ha ucciso più di 5,5 milioni di persone e distrutto innumerevoli vite. Ma la verità è che a distanza di 15 mesi da quando il programma COVAX per l’accesso al vaccino del Covid-19 ha ottenuto il sostegno della comunità internazionale le cose sono cambiate parecchio.

A settembre del 2020 non sapevamo se gli scienziati sarebbero stati in grado di sviluppare un vaccino sicuro ed efficace contro il Covid-19, ora invece ne abbiamo diversi. In quel periodo non sapevamo neanche se l’industria sarebbe stata in grado di raggiungere una produzione di massa, ma di fatto l’anno scorso sono state prodotte 1,1 miliardi di dosi.

Purtroppo, questi successi evidenziano di riflesso anche gli aspetti in cui il mondo ha fallito nella sua lotta contro la pandemia. Infatti, sebbene nel 2021 siano state prodotte dosi sufficienti di vaccino contro il Covid-19 per vaccinare ogni adulto a livello mondiale, più di 3 miliardi di persone devono ancora ricevere la prima dose e la maggior parte di loro vive nei paesi a basso reddito. I paesi ad alto reddito hanno un tasso medio di vaccinazione che supera il 75% e si stanno ora focalizzando sulla somministrazione delle terze dosi. Per contro, in Africa, solo circa il 10% della popolazione è vaccinata in media e i sistemi sanitari stanno ancora gestendo la somministrazione delle prime dosi.

La recente fornitura da parte del COVAX, con la quale ha raggiunto un miliardo di dosi di vaccino contro il Covid-19, rappresenta un passo avanti importante verso un aumento della fornitura in grado di  garantire un accesso equo, rimediando quindi all’attuale tragica disuguaglianza a livello globale. Questo passo fondamentale dimostra anche che il COVAX, e il multilateralismo, possono funzionare nonostante l’accumulo dei vaccini e dei suoi ingredienti e le restrizioni sulle esportazioni da parte di alcuni governi.

Alla luce di questo slancio, è essenziale che il COVAX, ovvero il partenariato istituito tra la Coalizione per le innovazioni per la preparazione epidemiologica, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’UNICEF e l’Alleanza per i vaccini (Gavi), continui a ricevere il sostegno da parte di tutti i paesi a livello mondiale. In caso contrario, mentre i paesi ricchi continuano a portare avanti i programmi delle terze dosi per contrastare la variante Omicron, i paesi a basso reddito rischiano di rimanere ancora più indietro.

Una simile prospettiva rappresenterebbe non solo un fallimento morale, ma anche una catastrofe dal punto di vista della salute pubblica. Ormai sappiamo bene che nessuno è al sicuro dal Covid-19 finché non lo siamo tutti. Pertanto, finché non riusciremo a vaccinare le persone in tutti le parti del mondo, il Coronavirus continuerà a mutare risultando in nuove varianti potenzialmente più pericolose. C’è un rischio significativo di rimanere intrappolati in un ciclo senza fine di richiami della vaccinazione, rincorrendo il virus invece di anticiparlo.

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Per contro, proteggendo tutti ovunque, possiamo riavviare l’economia globale e riprendere a pieno ritmo il commercio e i viaggi. Ciò richiederà un rinnovamento degli impegni da parte dei paesi ad alto reddito e dei produttori dei vaccini volti a garantire il rifornimento a chi ne ha maggior bisogno. Garantire un accesso equo ai vaccini significa anche fare in modo che il COVAX abbia la flessibilità per rispondere a bisogni futuri, compresi quelli legati ai richiami, all’adeguamento dei vaccini alle varianti, o semplicimente alla richiesta di dosi aggiuntive.

I progressi nella lotta alla pandemia nel corso dell’ultimo anno sono stati più lenti delle aspettative e della volontà di tutti coloro che sono coinvolti nel COVAX (me compreso quale Presidente del Gavi) e ci sono molte lezioni da apprendere. Inoltre, nonostante la diffusa e crescente percezione che Omicron sia in qualche modo meno pericolosa delle varianti precedenti del Coronavirus, ci troviamo ancora nel pieno di una crisi globale.

Ma se da un lato emergeranno nuove sfide sul fronte della domanda e dell’offerta nel corso del 2022, dall’altro lato siamo almeno a un punto tale per cui la prospettiva di sconfiggere il Covid-19 è di fatto reale. La velocità è fondamentale e quanto più rapidamente riusciremo a limitare la capacità di diffusione del virus, quanto prima riusciremo a porre fine ai cicli di tumulto nei quali il virus ha gettato le nostre società ed economie. Ciò richiede la garanzia di un accesso rapido ed equo ai vaccini contro il Covid-19 da parte delle persone di tutti i paesi.

La fornitura di un miliardo di dosi da parte del COVAX dimostra che, quando si arriva al dunque, siamo in grado di collaborare in modo efficace per contrastare delle sfide globali enormi. Ma questo risultato ci ricorda anche che c’è ancora molto da fare.

Il COVAX e le altre organizzazioni internazionali impegnate per un accesso equo al vaccino non possono eliminare la pandemia senza l’aiuto dei governi, dell’industria e della società civile. Lavorando insieme, abbiamo l’opportunità di spezzare la morsa del Covid-19 una volta per tutte. Dobbiamo approfittare il più possibile di quest’opportunità.

Traduzione di Marzia Pecorari

https://prosyn.org/S499h5Pit